Il teatrino a cui stiamo assistendo in questi giorni in merito ai Disturbi dell’Alimentazione e della Nutrizione (DAN), noti anche come Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), è indegno. La scelta del governo, con l’ultima Legge di Bilancio, di non rinnovare il Fondo per il Contrasto ai DAN istituito nel 2021, ha suscitato l’immediata reazione di associazioni e attivisti che si sono mobilitati per organizzare una grande manifestazione nazionale.
In tutta risposta il governo ha deciso, da un lato, di far partire in Senato l’iter per valutare un disegno di legge (presentato a marzo dalla maggioranza) per l’introduzione di un nuovo reato che punisca l’«istigazione al ricorso di condotte alimentari idonee a provocare o rafforzare i disturbi del comportamento alimentare» e dall’altro di fare dietro front, con un emendamento al Milleproroghe, e rinnovare il Fondo per il contrasto ai DAN con altri 10 milioni per il 2024.
Azioni che non risolvono il problema poiché il Fondo di cui stiamo parlando, istituito dalla Legge di Bilancio del 2022 dal Governo Draghi, nasce con l’obiettivo di accompagnare un’importante misura introdotta nella stessa Legge: l’inserimento dei DAN, che oggi appartengono all’area salute mentale, nei livelli essenziali di assistenza (L.E.A.). Una misura, purtroppo mai attuata ed esclusa con giustificazioni immotivate dal sottosegretario alla Salute lo scorso 6 dicembre, pensata per dare finalmente una soluzione strutturale al problema poiché permetterebbe di assegnare ai DAN un budget autonomo in ogni regione per fornire a tutti i cittadini prestazioni di cura per i disturbi alimentari grazie alle risorse pubbliche come previsto dal Servizio Sanitario Nazionale.
L’introduzione dei disturbi alimentari nei livelli essenziali di assistenza consentirebbe anche di ridurre i divari territoriali dal momento che le strutture specializzate presenti in Italia sono solo 126, di cui 112 pubbliche, con un forte divario tra Nord, Centro e Sud e alcune regioni totalmente prive di strutture (es: Molise).
Tutti i dati post periodo Covid mostrano un netto peggioramento della situazione con un raddoppiamento dei casi (aumento del 40% e aumento del 50% dei ricoveri) e una preoccupante diffusione tra le persone più giovani (con sintomi che iniziano ad emergere a 11 o addirittura 8 anni). I tempi di attesa per la presa in carico di chi soffre di un disturbo alimentare in alcune regioni possono durare anche anni e fare la differenza tra la vita e la morte.
I disturbi alimentari sono già oggi la seconda causa di morte tra le persone giovani, ed è urgente e necessario che il Governo si assuma la responsabilità politica della scelta di non investire in soluzioni strutturali per la cura di questi disturbi. Saranno chiamati a rispondere e con EquALL non resteremo a guardare.
Questo venerdì parteciperemo alla manifestazione promossa da varie associazioni ed esponenti del Movimento Lilla (come Fondazione Fiocchetto Lilla, Animenta Dca, Chiedimi Come Sto, Maruska Albertazzi e tante altre) che si terrà in 28 piazze di diverse città d’Italia per chiedere di attuare il decreto legge del 2021 per inserire finalmente i DAN all’interno dei L.E.A.
Eugenia Aguilar Jáuregui